Mario Battistella




Profilo di Paola Dalli Cani

Mario Zoppi Battistella lasciò Monteforte a 14 anni per vedere il mondo. In Argentina diventò il poeta del tango, ballo nazionale, ma non fece fortuna e finì nell’oblio. Sconosciuto ai più nella natia Monteforte, a Buenos Aires, dove morì il 10 ottobre 1968 e dove da 40 anni riposano le sue spoglie, è un mito. Battistella nacque a Monteforte il 5 novembre 1893 al Borgolecco, in quella che oggi si chiama via 27 Aprile, figlio di Angelo ed Eleonora Zoppi. Battistella, lasciata Monteforte, approda prima a Vienna e poi a Parigi. Per tre anni si dedica allo studio e nel 1910 è in Argentina. Debutta nel 1922, quando conosce Carlos Gardel, il compositore, attore, cantante e maestro del tango. Battistella per campare si adatta a scrivere anche per il teatro di rivista. Ma un suo testo, Pinta brava, ha fortuna: viene musicato da Charlo, apprezzato tanguero, che lo esegue con la Francisco Canaro Orchestra nel 1928». Battistella ora ha i soldi per tornare a Monteforte, nel 1929, a salutare i Genitori prima di ritornare a Parigi: la Paramount lo assolda per tradurre in spagnolo i brevi testi che accompagnavano i film muti. A Parigi c’è anche Gardel: i due, assieme ad Alfredo La Pera, scrivono la sceneggiatura del film Esperame. Battistella è anche coautore della prima biografia di Gardel, il quale ricambia musicando e curando la registrazione di dieci liriche di Battistella. Nasce così uno dei successi di Battistella, Sueño querido, (caro sogno), scritto nel 1932 e considerato dallo stesso Battistella il più riuscito. C’è un forte accento autobiografico, perché descrive il momento nel quale Battistella decide di partire da Monteforte, tra il pianto di sua madre». Le note biografiche tornano anche in altre composizioni, da Cuartito azul (rifugio azzurro) a Remembranza. Battistella canta l’amore: «al tuo passaggio i roseti spandono il loro profumo e nell’arpa del poeta vibra un madrigale», scrive in Alzame en tus brazos, ma in Argentina, sul finire degli anni Sessanta, diventa paladino della denuncia sociale. Denuncia repressioni e violenze di una polizia politicizzata, lamenta le condizioni dei lavoratori argentini usando le liriche del tango. La verità sui crimini del potere non si leggevano sui giornali, ma nel tango di Battistella. Bronca, in particolare, è il suo più grande testo di denuncia sociale. Il suo messaggio, in una parola: la dirittura morale è la sola vera ricchezza (sta scritto in Pobre rico). L’efficacia della parole di Battistella per risvegliare la coscienza civile ebbe una conferma ufficiale: un suo tango Al pie de la Santa Cruz, (ai piedi della santa croce ), negli anni Settanta fu bandito in Cile e in Argentina dalle dittature militari. Era considerato «sovversivo». Eppure era un brano che risaliva ancora al 1933, quando già Battistella attraverso le canzoni faceva denuncia sociale. Musicato da Enrique Delfino e inciso da Gardel, Al pie de la Santa Cruz è il racconto della persecuzione subita dai leader operai, vista attraverso gli occhi di un’anziana madre, di un padre che pur non sapendo pregare rivolge la sua accorata richiesta d’aiuto a Dio, di una moglie e di un bambino che grida «Voglio il mio papà!» Tutto avviene ai piedi della croce di Cristo, nei giorni in cui un uomo si oppone alla legge del più forte e sciopera contro condizioni di lavoro massacranti compensate da paghe da fame. Parla di lotta cruenta, Battistella, quella che allontana un uomo dalla felicità semplice, dalla famiglia. Così, ai piedi della santa croce, un’anziana donna implora il Cristo di usare il suo dolore per avere pietà del figlio, chiede per lui protezione. Il vecchio padre chiede che ha fatto per meritare tanta sofferenza. Strappato dall’abbraccio della moglie che sviene dal dolore, nel grido di un fanciullo che reclama suo padre, quell’uomo scompare su una nave che si perde all’orizzonte. Battistella fa riferimenti precisi, che ben capiva il suo pubblico argentino: le navi che partivano senza destinazione apparente erano quelle che conducevano le vittime della repressione antipopolare nell’inferno della colonia penale della Terra del fuoco, famigerato penitenziario che sarà chiuso solo nel 1947. Battistella fu anche musicista: Canto, uno dei suoi più grandi successi, nel 1933 viene inserito anche nella colonna sonora del film Dancing. /p>


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